Turchia verso "Governissimo" di Erdogan, la lira recupera terreno
Erdogan ha vinto di misura il referendum per cambiare l’attuale sistema costituzionale verso una repubblica presidenziale. Il successo arriva dopo un 51% a 49% che lascia aperte molte discussioni, con le opposizioni che gridano al broglio. E' risultato decisivo il voto dall'estero, con i turchi residenti in Olanda, Germania, Belgio e Olanda che si sono espressi a favore della riforma con percentuali anche superiori al 60%. La Turchia si avvia dunque a diventare un "governissimo del presidente", un’autocrazia di stile mediorientale, guidata dal Sultano Erdogan, che potrebbe restare in carica fino al 2029.
Sui mercati valutari la lira turca non ha fatto registrare movimenti eclatanti, recuperando terreno nei confronti del dollaro americano e dell’euro, con il rapporto USD/TRY che viaggia a 3,665 mentre scriviamo, in risalita di due punti percentuali rispetto ai valori di venerdì. Si allontana da “quota 4” il cambio fra la moneta unica e la divisa di Ankara, che attualmente si trova a 3,893, anche in questo caso in rimonta. I mercati, forse cinicamente, vedono dunque una maggiore stabilità nell’autoritarismo di Recep Tayyip Erdoğan rispetto allo scenario che avrebbe generato una sua sconfitta nel referendum. Reagisce positivamente anche la Borsa di Instanbul, con l’indice di riferimento turco che guadagna poco meno dell'uno per cento a 90.890 punti