Trump e la Fed spingono l'oro ai massimi da due mesi
Nella seduta di giovedì l'oro è arrivato a superare quota 1.220 dollari, aggiornando i massimi da metà novembre, salvo poi ritracciare in chiusura di giornata. Di fatto il minore appetito di dollari da parte degli investitori, le incertezze legate alle politiche di Donald Trump ed una Federal Reserve cauta nell'annunciare i prossimi rialzi dei tassi di interesse hanno spinto al rialzo le quotazioni del prezioso. Come evidenziato nelle precedenti analisi, l'oro si trova in questa fase intento a “danzare” intorno a quota 1.200 dollari, con un primo supporto a 1.180 ed una resistenza identificabile in area 1.220$. Il chiaro superamento di uno di questi due valori potrebbe fornirci un segnale direzionale. Nella giornata di giovedì abbiamo dunque avuto un tentativo al rialzo, a confermare il momentum ancora positivo dell'oro, che ha iniziato l'anno al rialzo per la terza volta di fila (era già capitato, seppur per motivi diversi, nel 2015 e nel 2016). Le aspettative si spostano a questo punto sugli attesi nonfarm payrolls del venerdì, che potranno fornire nuove indicazioni sullo stato di salute del mercato del lavoro americano ed anche sulle possibili mosse di politica monetaria che la Federal Reserve porterà avanti nei prossimi mesi.