Trump, Cina ed auto elettriche: il rally del cobalto continua!
Vi avevamo segnalato nei giorni scorsi il rally del cobalto, che aveva portato le quotazioni a mettere a segno un rialzo superiore al 50% nel giro di pochi mesi. Come ipotizzato, lo show di questo poco conosciuto metallo grigio, collocato al numero 27 della tavola degli elementi non era finito. Venerdì scorso è infatti arrivato in area 40.000 alla tonnellata al London Metal Exchange, con la quotazione 15 mesi (seller) che ha sfondato la soglia psicologica dei 40.000 dollari, mentre il contratto cash era invece scambiato a 39.800-39.900 dollari.
GRAFICO DI LUNGO TERMINE DEL COBALTO - Si noti il rally nell'ultimo anno (parte destra del grafico)
I “driver” che hanno spinto al rialzo le quotazioni di questo metallo poco conosciuto sono numerosi, proviamo nuovamente a riassumerli. In primis occorre analizzare il settore delle batterie al litio per auto elettriche, segmento da cui proviene il 42% della domanda totale di cobalto. La crescita ha ritrovato slancio con l’apertura nel 2014 della Gigafactory in Nevada da parte della Tesla, che vorrebbe bypassare il controllo del sud est asiatico nella produzione delle batterie per le auto elettriche, raddoppiando di fatto la produzione mondiale. L'azienda americana mira anche a ridurre ulteriormente i costi, dopo il calo del 2016, grazie all'applicazione di economie di scala e al know-how acquisito, in costante crescita).
Il trend positivo del settore potrebbe essere destinato a perdurare anche nei prossimi anni: infatti secondo IHS Automotive, i veicoli elettrici entro il 2020 dovrebbero rappresentare poco meno del 4% del totale (dei veicoli leggeri). Vale a dire un numero di poco inferiore ai 4 milioni, con una crescita molto rapida se consideriamo la base di partenza di 14.000 veicoli del 2010. Altri studi, poi, ipotizzano un'ulteriore crescita delle auto elettriche ed ibride fino ad arrivare a quota 7 milioni entro il 2030. Il restante 58% proviene dall'industria, in particolare una quota rilevante viene utillizzata dal comparto militare ed il cobalto potrebbe rientrare nei piani strategici di Donald Trump. Tutto questo mentre anche l'interesse della Cina verso il metallo grigio è in crescita (con piani per investimenti di 360 miliardi entro il 2020 nelle energie rinnovabili).
Queste
notizie non sono passate inosservate sui mercati, in uno scenario in
cui la produzione del metallo potrebbe non tenere il passo della
crescente domanda e le quotazioni del cobalto, reduci da una lunga
discesa, hanno svoltato pagina ad
inizio 2016, dopo aver toccato un minimo storico a 21.750 dollari per
tonnellata, oltre il 50% in meno rispetto ai massimi dell'aprile 2010
in area 47.000 dollari.
Dopo una primavera 2016 senza nuovi minimi, a partire dall'estate la domanda è schizzata, trascinando con se le quotazioni. Il cobalto destinato ha così superato l'area 30.000 a fine novembre 2016, per chiudere l’anno a 32.500. Lo scenario è rimasto simile nelle prime settimane del 2017, con il metallo che ha proseguito il suo movimento rialzista, arrivando dapprima oltre ai 35.000 dollari per tonnellata e, in questi giorni, in area 40.000 dollari.
Nei
prossimi giorni vi segnaleremo anche alcuni titoli azionari legati
alla produzione del cobalto. Anche loro stanno facendo i “botti”
in queste settimane, con performance ancora maggiori rispetto a quelle del metallo.