Theresa May senza maggioranza prova un debole governo con gli unionisti nordirlandesi
Theresa May non ha la maggioranza assoluta nel parlamento britannico. Lo spoglio delle elezioni britanniche ha confemrato i primissimi exit polls. Dopo aver indetto le elezioni a fine aprile, forte di un vantaggio di oltre 20 punti percentuali, la First Lady britannica, pur risultando primo partito alle elezioni, ha subito una cocente sconfitta perdendo il controllo del parlamento ereditato dal precedente governo di David Cameron. Di fatto il popolo non le ha dato quell’autorizzazione per l’Hard Brexit che aveva implicitamente richiesto, convocando a sorpresa le elezioni anticipate lo scorso 18 aprile.
Le elezioni britanniche e la rimonta di Corbyn
Pur non avendo raggiunto la maggioranza assoluta è lui Jeremy Corbyn, il vero vincitore delle elezioni britanniche 2017. Corbyn, spesso ruvido, talvolta anche poco gradito all'interno del suo partito, ha conquistato oltre 30 seggi in più rispetto a quanto fatto da Milliband due anni fa, superando i pronostici e privando Theresa May della maggioranza assoluta. La reazione dei mercati valutari è stata veemente, con il cambio euro/sterlina che è risalito da 0,865 a 0,88 nell’arco di pochissimi minuti dopo la pubblicazione dei primi exit polls, che vedevano la May senza una maggioranza assoluta. I mercati temono dunque la situazione di ingovernabilità che potrebbe generarsi nel Regno Unito, con l’alleanza fra conservatori e ladestra nordirlandeseche non pare avere vita troppo lunga. Da analizzare nelle prossime settimane quelle che saranno le conseguenze di questo voto, drammatico per la May – che lo ha convocato per poi ottenere 13 parlamentari in meno di quanti ne aveva in precedenza – sul tema Brexit. La posizione della May è decisamente più debole e questo influirà nelle negoziazioni della Brexit, con una rottura drastica con l’Europa che appare a questo punto leggermente più lontana, anche se May ha per il momento escluso dal governo i laburisti di Corbyn. Un'apertura ai laburisti avrebbe aumentato le possibilità di raggiungere un accordo per una soft Brexit, mentre nei mesi scorsi Theresa May aveva invece affermato "no deal is better than a bad deal" ("era meglio un non accordo con l'Europa piuttosto di un accordo non favorevole al Regno Unito").