Sterlina/Euro sotto quota 1,10. La parità è possibile?
Prosegue la fase di debolezza della sterlina. Non sono bastati i buoni dati macroeconomici recentemente pubblicati dall’ONS, l’ufficio statistico britannico. Anzi, l’inatteso calo dell’inflazione è stato visto come un fattore che potrebbe rimandare il rialzo dei tassi di interesse da parte della Bank of England, indebolendo la sterlina. Sostanzialmente la salita del costo della vita era un fattore che destava (e tuttora desta) preoccupazione. Ma la frenata dell’inflazione allontana possibili mosse rialziste da parte della Bank of England, che un anno fa ha tagliato il costo del denaro ai minimi storici dello 0,25%. Negli ultimi erano arrivati i primi rumors per un rialzo dei tassi ed anche un sorprendente voto con tre membri del comitato di politica monetaria che a giugno si erano espressi per un rialzo dei tassi, mentre l’ultima riunione si è conclusa sul 6-2 per mantenere i tassi fermi.
Il pound inglese resta quindi debole sui mercati, con il rapporto sterlina/dollaro che ha perso quota 1,30, scivolando verso 1,29, per chiudere la terza settimana di agosto a 1,2879. Situazione simile sul cambio euro/sterlina, salito oltre quota 0,91, sui massimi da 10 mesi, precisamente dal flash crash che nello scorso ottobre determinò una discesa del 6% da parte della sterlina nel giro di pochi minuti. La discesa è significativa anche dal punto di vista psicologico per i britannici, in quanto il cambio inverso, sterlina/euro, quello seguito a Londra, viene scambiato sotto la soglia di 1,10, oltre il 20% in meno rispetto ai valori pre-Brexit e oltre il 30% in meno rispetto ai massimi toccati nell’estate 2015, quando il cambio fra il pound e l’euro raggiunse quota 1,44 (con EUR/GBP a 0,695). Gli investitori continuano dunque a guardare con diffidenza le vicende legate alla Brexit. Le ripercussioni per il Regno Unito potrebbero essere notevoli, soprattutto nel caso in cui non venisse trovato un accordo con l’Europa. E la sterlina paga già dazio sui mercati valutari, mentre si continua a parlare di parità fra euro e sterlina in un futuro non troppo lontano.