Sterlina in recupero sul Forex Market
La sterlina resta sotto i riflettori sui mercati valutari, guadagnando terreno sia contro il dollaro che contro l’euro. A muovere i cambi contenenti la sterlina è ancora una volta la Brexit, o meglio i rumours relativi ad un possibile accordo sugli scenari post Brexit, con chiare ripercussioni sul pound inglese: il cambio sterlina/dollaro, infatti, è schizzato fin oltre quota 1,30, per poi cedere qualcosa, ma anche euro/sterlina si è mosso in netta ripresa. I rumours relativi ad un possibile accordo sulla Brexit nelle prossime settimane, rilanciati dal ministro Dominic Raab hanno ridato slancio al pound, anche grazie alle indiscrezioni del Times che vedrebbero addirittura possibile una soluzione per la questione relativa al passporting finanziario, al fine di limitare l’emorragia di aziende del settore finanziario da Londra. In questo scenario, di maggiore ottimismo, la sterlina inglese ha guadagnato terreno, provando a riagganciare quota 1,30 nei confronti del dollaro, mentre il cambioeuro sterlina è sceso sotto 0,88, dopo che essere nuovamente salito fin oltre 0,89, a ridosso di 0,90, quella che da molti analisti finanziari è vista come una soglia di pericolo per il Regno Unito, anche per le possibili complicazioni in chiave inflazione.
La sterlina sui mercati valutari
Nelle ultime settimane la moneta inglese era nuovamente tornata sotto pressione sui mercati valutari. Gli operatori avevano ricominciato a scommettere al ribasso sulla sterlina, anche per via delle difficoltà nel raggiungimento di un accordo sul tema Brexit. Nel mese di settembre un accordo fra Londra e Bruxelles, appunto sull’assetto post Brexit, sembrava ormai a portata di mano, una questione di dettagli. Lo scenario, però, era nuovamente cambiato radicalmente, con maggiore apprensione e scarsi (o nulli progressi) ad ottobre. Inoltre, Theresa May, poi, era nuovamente tornata a subire gli attacchi dell’ala conservatrice del suo partito, dettaglio che non era certamente sfuggito agli operatori finanziari, che vedrebbero con una certa preoccupazione figure come Boris Johnson alla guida del paese. In questo contesto, il cambio fra la moneta inglese e il dollaro era nuovamente scivolato sotto 1,30, accelerando poi al ribasso fin sotto quota 1,27 mentre Theresa May dava istruzioni su come prepararsi ad un’eventuale Brexit senza accordo (con il rischio dunque per il Regno Unito di dover ricorrer al WTO Agreement, con tutti gli annessi e connessi dal punto di vista commerciale). Sul finire di ottobre, poi, è arrivata questa nuova inattesa svolta, con la sterlina che ha guadagnato due punti percentuali nel giro di poche sedute sia contro euro che contro dollaro, confermando quando sia delicata la questione Brexit anche per i mercati valutari.
Dal punto di vista politico va poi sottolineato il clima di protesta che si sta diffondendo oltre Manica, con crescenti manifestazioni per un secondo referendum al fine di scongiurare l'uscita del Regno Unito dall'UE.
Sterlina/dollaro analisi tecnica
Il cambio sterlina/dollaro (GBP/USD) ha ritracciato con forza dai massimi in area 1,33, perdendo poi il supporto psicologico di quota 1,30 ed anche il livello successivo a 1,295. La discesa di GBP/USD è proseguita con dei minimi anche sotto 1,27, seguiti dal rimbalzo illustrato sopra. Dal punto di vista tecnico il cambio ha messo a segno un’importante ripresa, che dovrà tuttavia trovare conferma nelle prossime sedute. Una conferma del cambio sterlina dollaro sopra quota 1,30 aprirebbe spazio per ulteriori riprese, confermando il recente minimo a 1,27 come una sorta di doppio minimo con il precedente 1,26 di agosto (non molto preciso per la verità, ma tuttavia tecnicamente sul cambio GBP/USD potrebbe essere questo lo scenario). Viceversa, nel caso in cui vi fossero nuove complicazioni sul fronte Brexit, la sterlina, il cambio sterlina/dollaro, così come euro/pound, potrebbero essere le prime vittime. Una nuova discesa sotto 1,27 rappresenterebbe a questo punto un nuovo segnale di debolezza, con spazio per ulteriori accelerazioni ribassiste verso il supporto chiave su cui sono collocati i minimi di agosto a 1,266. Un’ulteriore violazione aumenterebbe le chances di nuovi allunghi ribassisti, anche di ampia portata, con la possibilità di nuovi test sui minimi toccati fra la fine del 2016 e l’inizio del 2017, quando GBP/USD scivolò a 1,18 sui timori degli operatori per la Brexit. Poiché la sterlina è ostaggio delle vicende Brexit, è chiaro che lo scenario opposto, quello di un accordo per un’uscita relativamente programmata, senza eccessivo disordine, potrebbe invece giovare alla sterlina, riportando il cable (ossia il cambio sterlina/dollaro), dapprima oltre 1,30 e successivamente sopra quota 1,32. Restano tuttavia molto lontani i massimi toccati nella primavera 2018, quando GBP/USD arrivò oltre 1,43.
Andamento del grafico sterlina/dollaro negli ultimi mesi