La May presenta martedì il piano per la Brexit. Sterlina ancora sotto pressione.
Dopo le parole del Primo Ministro Theresa May di domenica scorsa (We are leaving. We are coming out. We are not going to be a member of the EU any longer), il pound si è progressivamente indebolito. Il rapporto sterlina/dollaro, il cosiddetto “cable”, che ha rotto al ribasso l’area 1,21, avvicinando i minimi degli ultimi 31 anni, fatti registrare ad inizio ottobre nella notte del flash crash, quando la divisa inglese perse quasi 6 punti percentuali nel giro di pochi minuti.
Dopo il discusso discorso di Donald Trump di mercoledì 11 Gennaio, alla vigilia dell’insediamento ufficiale del Tycoon alla presidenza, il dollaro ha leggermente tirato il freno, consentendo al pound una boccata di ossigeno che lo ha portato a risalire oltre quota 1,23. Ma si è trattato di un fuoco di paglia, con le quotazioni che nella giornata di giovedì hanno nuovamente riavvicinato l’area 1,2150.
Il trend di fondo resta ancora relativamente complicato per la valuta britannica, con gli operatori che attendono la conferenza di Theresa May di presentazione del suo piano per la Brexit (in calendario per martedì). Oltre agli occhi dei mercati, la prima donna inglese avrà su di se anche gli occhi del mondo dell'imprenditoria e quelli della City, con numerose aziende pronte a traslocare nel caso in cui la capitale dovesse perdere l'accesso al "Single Market" europeo (quindi anche il passporting per i servizi finanziari, fra il resto). Sul tema finora la May è stata relativamente vaga, dicendo che la priorità risulta essere il controllo dell'immigrazione e non l'accesso al mercato unico.
Nelle scorse ore anche il Primo Ministro maltese Muscat, Presidente per il semestre in corso del Consiglio dell'Unione Europea, ha ricordato che non sarà consentito "cherry pick" all'UK, sottolineando ancora una volta come ogni possibile accorso sarà comunque peggiorativo rispetto all'appartenenza nell'UE.
Ma c'è attesa anche per la sentenza della Corte d’Appello
che potrebbe confermare l’obbligo di un passaggio parlamentare per la Brexit,
rallentando i piani dell’inquilina di Downing Street 10, che ha invece calendarizzato "entro la fine del primo trimestre 2017 la chiamata dell'articolo 50 del trattato di Lisbona per avviare le pratiche di uscita dall'UE.
Una lunga sfida che minaccia sempre di più di essere soltanto agli inizi. E nel frattempo la sterlina ha perso terreno anche nei confronti dell’euro, con il rapporto fra le due valute che è nuovamente tornato sotto quota 1,15, mentre l’inverso eur/gbp naviga oltre gli 0,87.