Prezzo oro: analisi tecnica
Le quotazioni dell’oro hanno chiuso il primo semestre del 2018
in netto ribasso. Il prezzo dell’oro è infatti scivolato sotto quota 1.250
dollari l’oncia, sui minimi per il metallo prezioso dal dicembre 2017. Il
prezzo dell’oro ha pagato diversi fattori, ma quello centrale è senz’altro
rappresentato dalla forza del dollaro. È infatti nota la
correlazione negativa fra dollaro e oro (si tratta dunque di una
correlazione inversa, quando il dollaro si rafforza, il prezzo dell’oro tende a
scendere), anche se non sono mancate fasi in controtendenza, ossia momenti in
cui la quotazione aurea che ha guadagnato terreno mentre il dollaro si
apprezzava.
La quotazione dell’oro nel 2018 si è dapprima mossa al rialzo, arrivando a toccare dei massimi in area 1.350 dollari l’oncia, per poi lateralizzare fra i 1.300 ed i 1.350 dollari l’oncia. Per quanto riguarda la quotazione in grammi, nella prima parte del 2018, il prezzo dell’oro è oscillato fra i 42 ed i 43,5 dollari l’oncia, salvo poi scivolare verso i 40$ sul finire del primo semestre 2018 (sui minimi, dunque, per l’oro dal dicembre 2017). Lo scenario cambia esaminando il prezzo in euro, che ha messo a segno un allungo rialzista nei mesi di aprile e maggio, non per la forza dell’oro, ma per via della discesa dell’euro nei confronti del dollaro, che ha dunque determinato un apprezzamento della quotazione dell’oro in euro. Ma vediamo, di seguito, l'analisi tecnica sull'oro.
Prezzo oro: analisi tecnica
Le quotazioni dell’oro hanno mostrato una crescente debolezza dal mese di aprile in poi, quando è arrivata la rottura del supporto collocato in area 1.300 dollari l’oncia, un importante punto di riferimento per l’oro. La discesa delle quotazioni auree che ne è seguita si è arrestata soltanto temporaneamente sui 1.280$, con un rapido pullback del prezzo dell’oro verso quota 1.300$. La ripresa della quotazione dell’oro è però soltanto stata temporanea, con una nuova ondata di vendite che si è abbattuta sul metallo giallo, spingendo il prezzo del lingotto verso nuovi minimi, dapprima in area 1.260 e successivamente a sul supporto seguente a 1.240 dollari l’oncia, sui minimi toccati nel dicembre 2017 dalla quotazione dell’oro.
Secondo l’analisi tecnica, così come da una rapida analisi grafica, il prezzo dell’oro appare ancora impostato al ribasso, nuove discese sotto quota 1.240$ aprirebbero spazio per ulteriori cadute da parte del prezzo aurea, con un possibile target verso i 1.200/1.210$ l’oncia, dove si trova il supporto successivo per il prezzo dell’oro. Viceversa, avremo un primo segnale di ripresa soltanto con un ritorno dei prezzi al di sopra di quota 1.260, con spazio, in quel caso per tentare nuovamente di rivedere l’oro verso i 1.300$.
Oro: analisi del prezzo e previsioni
Lo scenario per l’oro pare ancora fortemente legato all'andamento del dollaro, tant'è che numerosi analisti hanno definito l’andamento del prezzo aureo come una dollar story nella prima parte dell’anno. Pesano senz’altro, sulla discesa dell’oro anche i tassi in crescita sul fronte americano, con la Federal Reserve che verosimilmente nel 2019 arriverà ad avere dei tassi di riferimento del 3,00%, un valore ormai già raggiunto dal decennale americano. Questa situazione inevitabilmente penalizza il prezzo dell’oro, uno strumento finanziario che non distribuisce dividendo, né cedola alcuna. Nonostante una produzione di oro ormai non più in crescita (o, se ancora in crescita, con incrementi inferiori all’1% su base annua), il prezzo dell’oro tende dunque a restare debole, anche in uno scenario contrastato con i mercati finanziari irrequieti per la guerra commerciale. Oltre alla forza del dollaro pesano anche le news in arrivo dall’Asia, con la domanda di oro che ha mostrato alcuni segnali di debolezza nella prima fase del 2018.
A proposito di previsioni sul prezzo dell'oro, risulta però difficile prevedere grandi cali, anche perchè hanno approfittato della discesa della quotazione aurea numerose banche centrali, continuando nel loro percorso di acquisti di oro. Fra queste spicca la Russia, che proprio nel secondo trimestre del 2018 ha superato la Cina, salendo in quinta posizione per la quantità di oro detenuta nelle proprie riserve.