Previsioni per il prezzo del petrolio nel 2019 - 2020
Dopo la discesa delle quotazioni del petrolio nel novembre 2018, quali previsioni per il petrolio nel biennio 2019 - 2020? Ecco un'analisi sul tema.
Il prezzo del petrolio nel corso del 2018 è risultato al centro dell’attenzione dei media, dapprima con le quotazioni del greggio che sono salite in modo significativo, per poi frenare da ottobre in poi. Esaminiamo lo scenario e le previsioni per il prezzo del petrolio nel dettaglio. Il greggio ha messo a segno un importante rally negli ultimi tre anni, sia per quanto concerne le quotazioni del WTI che quelle del Brent. Infatti, ad inizio 2016 le quotazioni del petrolio viaggiavano sotto quota 30$, con grande preoccupazione da parte di numerosi paesi produttori per la tenuta economica dei loro stati, visto che molte economie si basavano appunto sulle entrate derivanti dalla produzione di greggio (e dalle tasse del settore) e non era stato ipotizzata una simile discesa del prezzo del petrolio (si pensi alla Russia per esempio, storico paese produttore ed esportatore di petrolio). A tentare di mettere fuori gioco i paesi concorrenti nella produzione di petrolio era stata l’Arabia, con una sorta di guerra dei prezzi del petrolio al ribasso. Sostanzialmente, però, alla fine la stessa Arabia Saudita, da sempre leader dell’OPEC, (acronimo di Organization of the Petroleum Exporting Countries, il cartello composto da 14 paesi produttori di petrolio, con un controllo superiore al 40% della produzione mondiale di petrolio) ha mollato il colpo, dopo essersi resa conto che questa politica per far crollare i prezzi del petrolio rischiasse di essere non solo controproducente, ma anche rischiosa in primis per la stessa Arabia.
Il quadro generale per il petrolio, dopo aver parlato a lungo di prezzi che sarebbero potuti scendere anche a 20$ a causa della sovrapproduzione di greggio, lentamente mutò e le quotazioni sia del WTI, benchmark americano per il petrolio, che del brent, petrolio del mare del Nord europeo, ripresero a salire. In particolare, poi, l’accordo raggiunto dall’OPEC Plus sul finire del 2016 per limitare la produzione mondiale di greggio generò ulteriori acquisti sui mercati, spingendo il prezzo del petrolio al rialzo, che aveva ormai raggiunto nuovamente quota 50 dollari al barile. Lo scenario non cambiava nel 2017, con una prima parte in sordina, prima di nuove accelerazioni del prezzo del petrolio nella seconda parte dell’anno. Il 2018 per il petrolio proseguiva su note simili. Anzi, nei primi 8/9 mesi dell’anno i timori per una scarsità di produzione, per la difficile situazione in Libia e Iraq e per i possibili effetti delle sanzioni americane nei confronti dell’Iran (dal 4 novembre 2018) generavano ampi timori, spingendo al rialzo le quotazioni del petrolio, che toccavano i massimi degli ultimi 5 anni nell’estate 2018 con il Brent a 85$ al barile, mentre il petrolio Usa WTI raggiungeva quota 75$.
Sul finire del 2018, però, lo scenario è cambiato ancora una volta, con una nuova ondata ribassista. Le quotazioni del petrolio hanno perso circa il 25% dai massimi, con il petrolio Brent che si è portato sotto i 70$ al barile, mentre la quotazione del petrolio WTI (benchmark per gli Usa) è sceso abbondantemente sotto i 60$.
Previsioni prezzo petrolio 2019
Quali sono dunque le possibili previsioni per il petrolio nel 2019 ed estendendo l’analisi, quali le previsioni per il petrolio per il 2020 (o meglio, per il biennio 2019/2020)? Come visto il petrolio è reduce da un importante trend rialzista, che ha portati i prezzi a raddoppiare negli ultimi 30 mesi. La tendenza, però, potrebbe essere agli sgoccioli, o meglio, la forte discesa del novembre 2018 lascia aperti vari quesiti.
Cosa può ancora spingere al rialzo il petrolio?
Sostanzialmente le ragioni favorevoli ad altri rialzi del prezzo del petrolio sono legate ad una possibile scenario di scarsità dell’offerta di greggio, che potrebbe derivare da numerose cause: in primis da un’ulteriore ripresa della domanda (scenario però smentito da numerose altre previsioni), in secondo luogo dalle sanzioni americane contro l’Iran, che frenano l’export di greggio in arrivo dal paese. Le difficoltà di altre aree come Libia e Iraq non sono da sottovalutare, mentre va poi ricordato l’accordo fra i paesi Opec ed un ulteriore gruppo di paesi (il cosiddetto Opec plus) per mantenere i prezzi del petrolio “sufficientemente” alti, tramite contenimento della produzione su valori prestabiliti.
Cosa può spingere al ribasso il prezzo del petrolio?
Quali sono invece le ragioni che possono spingere gli investitori a previsioni ribassiste sul petrolio per il 2019 2020? In primo luogo, come pocanzi sottolineato, sono in molti a non credere al rischio di scarsità dell’offerta, per numerose ragioni. Da un lato il ciclo di crescita degli Stati Uniti pare non essere troppo lontano da una possibile fase di rallentamento (o quantomeno i rialzi dei tassi di interesse della Fed, oltre a frenare le quotazioni dell’oro potrebbero anche frenare l’economia americana), dall’altra la guerra dei dazi potrebbe rallentare la crescita planetaria e, conseguentemente, anche la domanda di greggio. In ogni caso, poi, l’Arabia ha fatto sapere di essere pronta a far fronte alla richiesta mondiale di petrolio (ci si potrà fidare dell’Arabia?). Alcuni tweet di Donald Trump, poi, hanno fatto capire la posizione americana, che vuole mantenere le quotazioni del petrolio su prezzi non troppo alti, al fine di non frenare la crescita economica del paese. Per quanto riguarda il lungo termine, inoltre, le energie rinnovabili potrebbero lentamente prendere il posto del petrolio (anche se ci vorranno numerosi anni).
Le variabili da esaminare per l’analisi e la previsione del prezzo del petrolio sono dunque molteplici, con la tendenza rialzista di lungo termine che pare ormai essere in difficoltà (anche da un punto di vista tecnico), mentre la forza degli orsi si è abbattuta sui mercati con forza.
Grafico prezzo petrolio