Oro in ripresa: cosa guida il prezzo del lingotto?
Le quotazioni dell’oro restano ben impostate. Il metallo giallo, infatti, è ancora inserito in un trend positivo, che ha visto il prezzo dell’oro risalire in questi ultimi mesi. L’oro, infatti dopo i minimi di agosto a 1.160$ ha intrapreso un percorso rialzista, tornando dapprima sopra quota 1.200$, per poi proseguire nel recupero. Da segnalare come il prezzo dell’oro abbia recentemente superato anche la resistenza posta a 1.235$, confermando di fatto un crescente interesse degli investitori sul bene rifugio per eccellenza.
Cosa guida il prezzo dell’oro?
Le quotazioni dell’oro hanno approfittato nella parte finale del 2018 del momento difficile delle borse. Il comparto azionario, infatti, ha mostrato segnali di rallentamento, con numerosi panieri, fra cui la Cina, seguita dall’Italia (a fine settembre) e dalla Germania (a inizio dicembre) che sono tecnicamente entrati in una fase orso, ossia con correzioni che hanno raggiunto e superato il 20% dai massimi. Ma oltre allo scricchiolio dell’azionario, il prezzo dell’oro ha tratto beneficio dall’ammorbidimento dei toni della Federal Reserve. Fra i fattori da seguire per il prezzo dell’oro troviamo anche le mosse della Federal Reserve, che risultano essere uno dei fattori centrali. L’oro è infatti tradizionalmente inversamente correlato con i tassi Usa ed il dollaro americano, ossia con tassi crescenti la banconota verde tende a rafforzarsi, mentre il metallo giallo soffre. Si tratta di una correlazione tuttavia non sempre valida, in quando contano molto le aspettative. Nel 2017, per esempio, la Fed ha ripetutamente alzato i tassi, ma le quotazioni auree si sono mosse al rialzo. La view hawkish (da falco) dei primi mesi del 2018, invece, ha depresso le quotazioni dell’oro, che si sono riprese nella parte finale del 2018, grazie a crescenti aspettative per una Fed maggiormente accomodante nel 2019-2020. Questo ha anche migliorato le previsioni degli analisti per il lingotto nel 2019, con molti outlook sull’oro ormai impostati al rialzo.
Gli ETF sull’oro
Nel corso del 2018 la domanda di ETF aurei ha assunto un andamento “misto”. Nella prima parte dell’anno la domanda di ETF legati all’oro è infatti stata positiva, per poi incanalare 4 mesi consecutivi di ribasso (ossia di fuoriuscita di denaro dal settore degli ETF aurei), prima di riprendersi a ottobre e novembre, con nuovi flussi in entrata.
La produzione di oro
Fra gli elementi da considerare c'è anche la produzione di oro, che negli ultimi anni ha arrestato la sua crescita. Nel boom dei primi anni duemila, quando il prezzo salì da 200 a 1900 dollari l'oncia nel giro di un decennio, anche gli investimenti per nuove miniere di oro salirono vertiginosamente. La discesa del prezzo dell'oro degli ultimi anni, invece, ha frenato gli investimenti, con proiezioni per i prossimi anni di crescita zero della quantità estratta, con una produzione di oro stabile poco sopra le 3.200 tonnellate l'anno. Se aggiungessimo a questa voce l'oro di riciclo, ossia l'oro che viene nuovamente fuso/recuperato otterremmo i valori complessivi dell'offerta aurea, quantificabile sulle 4.500 tonnellate.