Oro, fallito il secondo assalto a quota 1.245 dollari
E' tornato a spingere sull’acceleratore l’oro, con le quotazioni del lingotto che sono arrivate sui massimi degli ultimi tre mesi in area 1,245$, per poi correggere verso quota 1.237$. Tutto ciò pochi giorni dopo l’annuncio della Germania di proseguire più in fretta di quanto previsto nelle operazioni di rientro in patria del suo oro.
Le ragioni della corsa del metallo giallo sono varie e vanno ricercate nell’incertezza generata dalle mosse di Trump, con i rischi di guerra commerciale con Messico e Cina dietro l’angolo. Ma anche dall’ipotesi di una spesa pubblica molto elevata, che potrebbe far correre l’inflazione più velocemente di quanto previsto dalla Federal Reserve (ponendo la Banca centrale nella scomoda situazione di dover rincorrere la crescita dei prezzi con i suoi tassi di riferimento).
Tecnicamente la prima area chiave da monitorare è la resistenza collocata sui recenti massimi in area 1.245$. Un netto superamento di questi valori aprirebbe spazio per ulteriori rally, con all’orizzonte la possibilità di rivedere l’oro verso i 1.300 dollari l’oncia, area da cui ha preso avvio la discesa dei prezzi nello scorso ottobre.
Avremo viceversa un segnale di debolezza nel caso in cui i prezzi dovessero tornare al di sotto qi quota 1.220, con un’ulteriore conferma ribassista sotto la soglia chiave dei 1.200$.