Messico, Cina e Perù i maggiori produttori di argento nel 2016

Pubblicato in News

Ormai da millenni è uno degli elementi indispensabili per la vita quotidiana. Nel corso dei secoli è stato utilizzato per la realizzazione di ornamenti ed utensili, ma anche come base per vari sistemi monetari. Oggi viene usato sia nell’industria che nella decorazione per la gioielleria, ma anche nella fotografia e nella medicina. Una componente della sua domanda proviene anche dal settore degli investimenti.

L’interesse degli investitori è essenzialmente concentrato sull’andamento delle quotazioni,  anche perchè il petrolio è reduce da otto settimane consecutive di rialzi, che lo hanno portato verso i 18 dollari l'oncia. Ma è altresì importante conoscere la geografia mondiale della produzione del metallo, che ha sempre attirato l’occhio dell’uomo per essere, tra tutti i metalli, quello con il colore più bianco.

Nel complesso nel 2015 la produzione totale dell’argento si era attestata a 27.300 tonnellate, con un leggero aumento, così come era cresciuta la domanda del 5% per via del prezzo “low cost” del metallo. Vediamo quelle che sono state le aree maggiormente attive secondo le piu’ recente stime, non ancora definitive, della US Geological Survey (USGS).

Se la Cina, dove la maggior parte delle aziende sono di proprietà statale, è un paese inaccessibile agli investimenti privati, non è così per il Messico, paese finora molto disponibile all’estrazione mineraria, fino ad essere nel 2016 il primo produttore al mondo di argento, con 5.600 tonnellate (230 in piu’ rispetto al valore del 2015). Il paese è sede della società anglo-messicana Fresnillo, una delle più importanti aziende del settore a livello mondiale, con sei miniere che estraggono essenzialmente oro e argento.

 “Le nostre operazioni di base sono in Messico, un paese con significative risorse geologiche, un forte potenziale di crescita continua, una manodopera qualificata e una solida infrastruttura, con una storia mineraria che si estende più di 500 anni” commentano alla Frensillo il felice momento produttivo, che ha anche segnato un notevole rialzo del valore azionario della società. “Fresnillo ha sei miniere di funzionamento; due progetti di sviluppo e quattro basi con avanzate fasi di esplorazione, nonché una serie di altre prospettive di esplorazione a lungo termine”. 
In totale la Fresnillo ha concessioni minerarie che coprono circa 2 milioni di ettari in Messico e prospettive molto interessanti: “Siamo sulla buona strada per raggiungere il nostro obiettivo di produrre 65 milioni di once di argento all'anno entro il 2018, avendo già superato il nostro obiettivo di 750 mila once di oro”.

Il Messico ospita anche due miniere della Goldcorp, la multinazionale canadese, quarto produttore mondiale d’oro. In Messico gestisce l’immenso bacino estrattivo di Penasquito, la quinta più grande miniera d'argento in tutto il mondo.

Quindi scendiamo verso il sudamerica con il Perù che, oltre ad essere il secondo produttore mondiale con 4.100 tonnellate, dispone delle più grandi riserve di argento del mondo, stimate in 120.000 tonnellate, con un potenziale enorme anche per i prossimi anni. La maggior parte dell’argento peruviano proviene dalla miniera di Antamina, nel nord del paese, sfruttamento che, almeno da quanto dichiarato nel sito dell’azienda, segue linee di rispetto ambientale.

Sul gradino piu’ basso del podio, ma in continua crescita, troviamo la Cina (terzo produttore mondiale), che ha ormai portato la sua quota a 3.600 tonnellate. La più importante azienda produttrice cinese è la Silvercorp Metals, che utilizza numerose miniere in tutto l’immenso paese asiatico.

Quarto produttore è il Cile, che ha aumentato di 120 tonnellate le sue estrazioni, toccando quota 1.500. Interessante è il forte potenziale di crescita per i prossimi anni di questo stato in cui il governo si dimostra intenzionato a far crescere la produzione mineraria del paese, aumentando l’efficienza energetica e riducendo i costi.

Segue a ruota l’Australia, in quinta posizione, storico paese legato alle materie prime, con una produzione di 1.400 tonnellate.

L’Europa fa capolino al sesto posto ed al settimo posto, con la produzione delleminiere polacche e russe a quota 1.400 tonnellate. In particolare in Polonia sta crescendo la produzione di KGHM Polska Miedsz, con ulteriore margine di ampliamento per i prossimi anni, mentre il dato russo ha invece mostrato una leggeraflessione.la scena del paese è dominata da PolymetalInternational, che gestisce quattro delle cinque maggiori strutture estrattive. Si colloca invece in ottava posizione la Bolivia, precedendo gli Stati Uniti, questi ultimi in calo rispetto al 2015.

Non tutto è oro quello che luccica, si diceva una volta. Non possiamo dimenticare come l'estrazione dei metalli (ovviamente non solo l’oro e l’argento) dal sottosuolo e nelle miniere, preveda l'uso di sostanze altamente inquinanti come acidi, in particolarecianuro e mercurio, che talvolta vanno a contatto anche con la manovalanza impiegata nell’estrazione, con danni permanenti per le persone. Inoltre le miniere a cielo aperto utilizzano detonatori per sbriciolare le rocce. Le zone circostanti alle miniere sono luoghi desolati e aridi dove piante e animali muoiono poco a poco, stessa sorte per tanti uomini spesso sfruttati

Le falde acquifere vengono inquinate dagli acidi scaricati dopo la lavorazione delle rocce e la vita in tutte le sue forme si ammala e muore. Ma questa è un’altra storia, di cui torneremo presto a parlare.


(fotografia dal sito www.metallirari.com)

argento