L'oro è pronto per un rialzo?

L’oro è tornato sotto i riflettori sui mercati finanziari e
lo ha fatto proprio mentre dalle borse americane sono arrivati i primi segnali
di frenata. L’oro è dunque ancora una volta visto dagli investitori come bene
rifugio per eccellenza, nonostante le difficoltà degli ultimi mesi che avevano
frenato la quotazione del metallo giallo, spingendola a dei minimi in area
1.160 dollari per oncia di oro. Negli ultimi due mesi, poi, il prezzo
dell’oro si era mosso in laterale, in quello che tecnicamente viene
definito come un trading range. Le quotazioni auree avevano contenuto le loro
oscillazioni fra i 1.180 dollari l’oncia e i 1.210$, senza riuscire a trovare
una nuova chiara direzionalità. Fra le ragioni che avevano spinto al ribasso le
quotazioni dell’oro (che nella prima parte del 2018 navigava in area 1.300-1.350
dollari per oncia) troviamo senz’altro la politica monetaria della Federal
Reserve. Il braccio di politica monetaria della Fed, denominato FOMC, infatti,
ha via via rivisto al rialzo le stime per i tassi di interesse. I mercati hanno
dunque dapprima pesato 2 rialzi di tassi per il 2018, poi divenuti 3, mentre
ora ne è atteso un quarto a dicembre, seguito da altri due o tre ritocchi al
costo del denaro nel 2019. Chiaramente tassi più alti determinano un costo
implicito maggiore per la detenzione aurea e questo ha spinto al ribasso il prezzo
dell’oro. Nonostante ciò è probabile che l’oro e gli altri metalli preziosi
siano giunti ad un punto di svolta e le chance di poter assistere ad un rimbalzo
più corposo del prezzo dell’oro appaiono in crescita.
Analisi tecnica sull’oro
Le quotazioni dell’oro hanno messo a segno un importante rialzo superando la resistenza statica collocata a quota 1.210$, che ha fornito spazio all’oro per proseguire la sua corsa verso i 1.220 e successivamente anche a 1.230. Una nuova accelerazione del prezzo dell’oro sopra quota 1.235 segnerebbe probabilmente la fine dell’attuale fase di ribassi, aprendo le porte ad una vera e propria inversione. I target potrebbero anche essere maggiormente ambiziosi, con spazio verso i 1.260 e successivamente, in un arco temporale più ampio, anche verso quota 1.300, dove il prezzo dell’oro si trovava ad inizio 2018. Viceversa, l’oro fornirebbe un segnale di debolezza se le quotazioni dovessero scendere sotto quota 1.210, con spazio per rientrare nuovamente nel trading range fra 1.180 e 1.210 dollari per oncia di oro.
ETF sull’oro: domanda in ripresa ad ottobre?
La domanda di oro degli ETF aurei è stata negativa per tutta
l’estate e per il mese di settembre, ma ad ottobre si intravedono segnali di
ripresa, con SPDR Gold Trust (il maggiore ETF sull’oro) che nella prima ottava
del mese è tornato ad incrementare la propria detenzione. Le tensioni
internazionali e l’incerto contesto geopolitico, inoltre, potrebbero chiamare
ancora una volta l’oro a giocare un ruolo centrale nel panorama finanziario,
soprattutto se la lunga corsa dei listini azionari americani dovesse giungere
ad una conclusione, dopo anni di rialzi. Ancora una volta, dunque, l’oro pareun investimento senza tempo e la forza degli orsi che hanno spinto il prezzo
dell’oro a perdere oltre il 30% negli ultimi 5 anni, pare lentamente
allentarsi.