L'inflazione si muove anche in Italia e sale ai massimi dal 2013
Addio
deflazione, i prezzi tornano a salire anche in Italia. A
febbraio, secondo la stima preliminare dell’Istat si è registrato
un incremento dello 0,3% rispetto al mese precedente e dell'1,5% nei
confronti di febbraio 2016 (era +1,0% a gennaio).
Un dato
che può essere interpretato parzialmente positivo (in quanto si
allontana il rischio di spirale deflattiva), pur nella stagnazione
dei salari dei lavoratori dipendenti. L’Istituto di statistica
precisa che, analogamente a gennaio, l'aumento dell'inflazione è
essenzialmente ascrivibile alle componenti merceologiche i cui
prezzi sono maggiormente volatili e in particolare agli
alimentari non lavorati (+8,8%, era +5,3% a gennaio) e ai beni
energetici non regolamentati (+12,1%, da +9,0% del mese precedente).
A dare un impulso all'inflazione viene poi a inserirsi l’aumento delle tariffe dei servizi relativi ai trasporti (+2,4%, da +1,0% di gennaio), in larga parte di aziende legate al settore pubblico. L’ “inflazione di fondo", escludendo gli energetici e degli alimentari freschi, si porta a +0,6%, da +0,5% del mese precedente mentre quella al netto dei soli prodotti energetici sale a +1,3% da +0,8% di gennaio.
Andando sullo specifico, anche l’indice generale dei prezzi al consumo riflette quello generale: gli alimentari non lavorati segnano un +3,0%, i trasporti un +1,0% e i prodotti energetici non regolamentati un +0,5%.
L'inflazione
acquisita per il 2017 risulta pari a +1,0%.
Secondo l’Istat
i beni alimentari, quelli per la cura della casa e della persona
aumentano dell'1,1% su base mensile e del 3,1% su base annua (era
+1,9% a gennaio). Secondo
le stime preliminari, l'“indice armonizzato dei prezzi al consumo”
o IPCA aumenta dello 0,2% su base congiunturale e dell'1,6% su base
annua (era +1,0% a gennaio).