L’incertezza della Brexit pesa sulla sterlina
La sterlina
resta sotto pressione sui mercati valutari, con la Brexit che agita gli animi, in
attesa di conoscere quello che sarà il futuro dell’Isola di Albione dal punto
di vista economico nello scenario
post Brexit. La scadenza del 29 marzo è sempre più vicina, ma la distanza
fra le parti resta ampia, dopo che l’accordo faticosamente raggiunto da Theresa
May con l’Unione Europea è stato bocciato dal parlamento britannico. La First
Lady ha via via cambiato la sua posizione: il tagliente “Brexit means Brexit di
fine 2016” ha via via perso gli artigli, divenendo il “best possible deal”,
prima che la May fosse costretta a muoversi verso un ben più guardingo “It’s
this deal, no deal or no Brexit at all”. Nemmeno questo cambio di rotta, però,
è bastato a convincere il parlamento ad approvare l’accordo, con il governo di
minoranza della May che è incappato in una sconfitta di proporzioni epocali
(con uno scarto di oltre 200 voti). La fragile leadership della May ha retto
anche questa caduta, grazie anche al fatto che nessun altro leader pare volersi
assumere l’incarico in questa delicata fase, caratterizzata da sentieri impervi
e verosimilmente poca gloria. La domanda di fondo resta tuttavia legata a
quello che sarà il futuro del Regno Unito. Le case di scommesse hanno iniziato
a quotare la probabilità di vedere un secondo referendum, volto ad annullare
quello del 2016, cosi come quella di un’estensione della scadenza del 29 marzo
per i negoziati. Quest’ultimo scenario viene ritenuto abbastanza probabile
dagli operatori, che son tornati ad acquistare sterline nel gennaio 2019,
dimostrando di non credere all’ipotesi di un “no deal”, il temuto non accordo,
che danneggerebbe fortemente il Regno Unito e, marginalmente, anche l’export
europeo.
La sterlina svalutata del 15% in tre anni sul forex market
Ma fra gli operatori del Forex market non tutti i timori sono passati, anzi, i rischi sulla sterlina restano elevati: “I mercati sono preoccupati che le frange più estreme nel partito della May si rifiutino di sostenere qualsiasi accordo che contempli questa clausola controversa legata al backstop; uno scenario che ovviamente aumenta le probabilità di una ‘no-deal Brexit’ ed è quindi dannoso per il valore della sterlina" ha commentato nei giorni scorsi Ricardo Evangelista, senior analyst presso il broker ActivTrades, proprio su questa tematica. La parola come sempre spetta ai mercati finanziari, con gli investitori che attendono di capire quali scenari si profileranno per la sterlina nei prossimi mesi. In questo scenario il rapporto sterlina dollaro (GBP/USD) è salito sul finire di gennaio fino a 1,32, per poi scivolare nuovamente sotto quota 1,30, verso l'area 1,285, confermando una debolezza di fondo. Euro/sterlina viene invece scambiato sul Forex market in area 0,87/0,88, con la coppia di valute che negli ultimi due anni si è mossa in laterale fra 0,86 e 0,90 in attesa di capire il futuro economico britannico dopo la Brexit. Va ricordato come la sterlina si trovi ampiamente al di sotto dei valori pre Brexit. Il pound, infatti, si è svalutato del 15% circa rispetto ai valori di inizio 2016. Se consideriamo il cambio euro/pound la svalutazione della sterlina post Brexit dai massimi del 2015 si aggira intorno al 25%.
La svalutazione della sterlina negli ultimi tre anni sul mercato valutario