Le parole di Draghi allontanano la stretta monetaria e indeboliscono l'euro
Nel caso non
fossero bastati i
dati relativi all'inflazione della passata settimana ci ha
pensato oggi Mario Draghi a mettere le cose in chiaro, ribadendo come
la stretta monetaria sia ancora lontana e la partita contro
l'inflazione troppo vicina a zero non ancora del tutto vinta. Non
passa dunque la linea di Berlino, con il Governatore della Bce che
regge alle pressioni tedesche, suffragato anche dalla frenata della
crescita dei prezzi nel Vecchio Continente, un fatto generalizzato
secondo quanto emerso dai dati in arrivo da tutti i principali paesi
durante la passata ottava.
Le dichiarazioni di SuperMario hanno spinto al rialzo i listini azionari europei (dopo una mattinata in calo), mentre l'euro ha perso leggermente terreno, scontando le tonalità da “colomba” della parole di Draghi. L'euro/dollaro è infatti sceso sotto quota 1,065, toccando i minimi dallo scorso 15 marzo in area 1,0630 per poi recuperare qualche decimale. Dal punto di vista tecnico possibilità di nuove accelerazioni ribassiste sotto quota 1,0628-1,0630, con spazio per discese verso i supporto collocati a 1,06 e 1,054. Il supporto chiave, un verso spartiacque per l'euro/dollaro, resta collocato a 1,0495/1,05. Primo segnale positivo sopra quota 1,068, con spazio in tal caso per rally verso 1,075.