La settimana nera dei dati macroeconomici britannici continua
Proseugue la settimana nera dei dati macroeconomici britannici. Dopo la salita dell’inflazione UK, con la corsa dei prezzi arrivata ormai al 2,9% e la frenata dei salari, arriva oggi un dato negativo anche sulle vendite al dettaglio UK, che sono calate decisamente più del previsto durante il mese di maggio.
Rispetto ad aprile, infatti, si è registrata una flessione dell’1,2%, valore ampiamente superiore allo 0,8% ipotizzato dagli analisti di Bloomberg. La corsa dell’inflazione inizia dunque ad erodere il potere di acquisto dei consumatori, frenando la spesa privata. Uno scenario che il governatore della Bank of England Mark Carney aveva preventivato in tempi non sospetti mesi fa. Con l’eccezione del carburante, si sono registrati cali in tutti i settori, chiaro segnale della crescente possiblità di un rallentamento economico in arrivo nel Regno Unito. Tutto ciò proprio mentre il paese vive una delle sue fasi politiche più confuse, dopo che Theresa May ha perso la maggioranza assoluta in parlamento e si trova ora costretta a tentare un difficile governo con gli unionisti nordirlandesi. In questo scenario la sterlina resta debole sui mercati valutari, con il cambio euro/pound che rimane tentennante in area 0,88. In altre parole con una sterlina si ricevono appena 1,135 euro, oltre trenta centesimi in meno rispetto ai massimi dell’estate 2015. La Bank of England potrebbe decidere di muoversi prima del previsto sulla scia di questa situazione sempre più traballante per frenare la discesa della sterlina