La Scozia spaventa il Regno Unito con un nuovo referendum
La Scozia aveva promesso battaglia e Nicola Sturgeon, primo ministro scozzese, non sembra voler venir meno alla parola data, cercando di difendere il 62% dei cittadini che oltre il Valico di Adriano lo scorso 23 giugno votarono per rimanere all’interno dell’Unione Europea.
Secondo il Times, la leader scozzese vorrebbe indire un nuovo referendum già per il 2018, anche se è possibile che ciò debba essere rimandato al 2019, dopo l’ipotetica chiusura dei negoziati fra Regno Unito ed Europa. Questa volta lo scenario potrebbe essere diverso rispetto all’ “IndyRef” del 2014, quando il 55% dei votanti si espresse per rimanere all’interno del Regno Unito, anche sulla scia della promessa di Cameron di restare parte dell’UE anche se l’esito non sarebbe per nulla scontato, tant’è che recentemente un sondaggio ha mostrato che il 49% degli intervistati sarebbe favorevole al referendum, mentre il 51% non lo vorrebbe.
A favore di un’uscita della Scozia penderebbe il massiccio dato del 62% dei voti dello scorso 23 giugno e l’attrazione di rimanere all’interno del Single Market europeo. Ma rispetto al 2014 parte del mondo politico che allora campeggiò per il “leave the UK” potrebbe non rifarlo, in quanto anche pro-Brexit. Inoltre, la Spagna, alle prese con la perenne questione Cataluna, vedrebbe di cattivo occhio un referendum sul tema, considerandolo un pericoloso precedente (situazione analoga nei paesi fiamminghi). Sarebbe quindi anche da analizzare la situazione dal lato UE, valutando la possibilità di eventuali veti. Queste news sono ovviamente state accolte con crescente preoccupazione al numero 10 di Downing Street. Theresa May, che qualche mese fa aveva ammesso di non riuscire a dormire la notte per le difficoltà della Brexit, si troverebbe dunque anche a fronteggiare la questione scozzese. Con l’Irlanda del Nord che potrebbe presto seguire l’esempio.
Uno scenario senz’altro complicato e dall’esito non scontato dove uno dei pochi punti fermi è che questo nuovo, pesante alone di incertezza che aleggia sul Regno Unito e sul suo futuro ha spinto al ribasso la sterlina. La divisa di Sua Maestà ha abbandonato quota 1,25 nei confronti del dollaro scendendo a 1,24. Situazione simile contor la moneta unica, con il rapporto EUR/GBP che è risalito da 0,84 a 0,852. In altre parole l’inverso fra sterlina ed euro è sceso da 1,185 a 1,173. Una news certamente non gradita al Regno Unito, con l’inflazione che negli ultimi mesi è già pericolosamente schizzata verso l’alto sulla scia del crollo della sterlina che ha fatto seguito al voto della Brexit.