La Brexit fa più paura della Le Pen

Brexit ancora al centro del dibattito e dei mercati finanziari
Resta debole la sterlina, anche dopo le news relative ad un possibile nuovo voto in Scozia ed alla bocciatura della May da parte dei Lords. In avvio di settimana, con il “cable”, cioè il rapporto fra pound e dollaro ancora in calo a 1,2240. Non va meglio contro l’euro, con la moneta unica che in mattinata ha toccato i massimi da quasi due mesi a 0,8670, per poi assestarsi in area 0,8650. Una sterlina vale dunque poco più di 1,155 euro, meno delle 1,19 di una decina di giorni fa ed ancora meno delle 1,32 che si ottenevano cambiando la divisa di Sua Maestà il 23 giugno scorso, il giorno del voto.
“Può
sorprendere, ma allo
stato attuale delle cose la Brexit fa più paura
di Le Pen e
dell’incertezza politica che aleggia sull’Europa”
ha
spiegato un’analista dalle sale operative londinesi
aggiungendo che “l’incertezza
in arrivo dalla Brexit non provocherà uno shock netto e rapido,
quando piuttosto può aumentare le chance di un lento e progressivo
deteriorarsi della situazione economica britannica”.
Parole dure in arrivo anche dalla Francia, con Hollande che ha ricordato come il Regno Unito sia destinato a perdere tutti i benefici dell’UE dopo l’uscita, spiegando di essere della decisione presa dai britannici (“una scelta sbagliata, nel momento sbagliato”), ma in merito al mantenimento dei benefici la posizione europea risulti molto chiara: “That’s not possible; the UK will become an outsider to the European Union”.
La
May, che a fine mese non parteciperà alle celebrazioni per il 60°
anniversario del Trattato di Roma, si cautela sul fronte interno dopo
la sconfitta alla camera dei Lord, cercando di limitare il valore del
voto che sarà concesso al parlamento britannico sull'accordo
relativo alla Brexit. In altre parole se questo dovesse favore un
deal ritenuto negativo vieterebbe un eventuale veto parlamentare. “Theresa
May will not allow MPs and peers a proper veto over her Brexit deal
in case it gives the EU the incentive to offer the UK bad terms. The
PM believes we should not commit to any process that would
incentivise the EU to offer us a bad deal” ha spiegato il Guardian.
La sfida continua e la Brexit vera e propria che non è ancora nemmeno iniziata, ma già minaccia di essere lunga e travagliata.