Il petrolio prova a premere sull'acceleratore

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Nelle ultime settimane i dati relativi alle scorte del greggio statunitense sono aumentati, nonostante ciò il petrolio ha consolidato all'interno del canale laterale che controlla le quotazioni da oltre due mesi fra i 51 ed i 55 dollari. Anzi le quotazioni del WTI, il benchmark americano dell'oro nero, hanno nuovamente tentato l'assalto al bordo superiore di tale trading range, venendo però ancora una volta respinte dalla resistenza collocata intorno ai 55 dollari al barile. Questo dimostra come il driver centrale per i prezzi sia ancora l'accordo legato al contenimento della produzione realizzato in seno all'Opec nello scorso novembre che ha riportato le quotazioni, sia del Wti che del Brent, stabilmente sopra i 50 dollari al barile.

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Dal punto di vista tecnico per quanto riguarda il Wti (stiamo analizzando il future con scadenza aprile 2017) ci troviamo sui massimi dall'estate 2015 e potremo avere un ulteriore segnale direzionale nel caso di una chiusura superiore ai 55 dollari, con un primo target fra i 57,5 ed i 58 dollari ed eventuale spazio per ulteriori rally verso i 62 dollari. Avremo invece un segnale negativo nel caso in cui le quotazioni riuscissero a violare il canale degli ultimi tre mesi, tornando al di sotto dei 51 dollari. La parola ai mercati ed in questo caso anche all'Opec.

 

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