Il dollaro resta forte sui mercati valutari
L’euro resta estremamente debole sui mercati valutari, con il cambio euro/dollaro negoziato sotto quota 1,16. Le mosse delle banche centrali hanno movimentato la passata ottava, risultando alla base di questa nuova discesa dell’euro. Nell’ultimo meeting del FOMC, il comitato di politica monetaria della banca centrale americana, è arrivato il secondo rialzo dei tassi del 2018 (il settimo negli ultimi tre anni), che ha portato il costo del denaro al 2%. L’Istituto di Washington ha anche alzato le stime dei tassi nel 2019. Questo ha ovviamente ulteriormente ampliato la differenza fra i tassi di riferimento base della BCE (fermi al minimo storico dello 0%) e quelli della Fed, ormai al 2%, ma destinati ad arrivare al 3% entro la fine del 2019. La detenzione di posizione long sul cambio euro dollaro diventa pertanto ancora più dispendiosa, a causa, appunto, della differenza fra i tassi di interesse delle banche centrali. Lo short sul cambio euro/dollaro viene invece retribuito con uno swap positivo, che premia gli investitori che vendono euro comprando dollari sul mercato valutario.
A tal proposito va ricordato come Mario Draghi non abbia deluso le attese nell’ultimo meeting, annunciando l’estensione del Quantitative Easing per altri tre mesi, fino alla fine del 2018, seppur con una riduzione da 30 a 15 miliardi per mese. La reazione dei mercati è stata veemente, con il cambio euro/dollaro che dopo le sue parole è crollato di due punti percentuali, da 1,18 a 1,156. Dal punto di vista tecnico l’area 1,15 pare un primo valido supporto per il cambio euro/dollaro, anche se i mercati finanziari paiono guadare maggiormente, almeno in questa fase, alle banche centrali piuttosto che ai grafici dell’euro/dollaro.