I dati macroeconomici spingono l'euro, cresce la fiducia
Il PMI dell’area euro vola fino a sfiorare i massimi degli ultimi 6 anni, superando le attese di quasi un punto. Il dato composto, che misura servizi e manifatturiero, si è infatti attestato a 56,7, ancora in salita. L’Europa prova dunque a lasciarsi alle spalle crisi ed incertezza elettorale ritrovando un certo entusiasmo economico. In particolare hanno battuto le attese i dati in arrivo dalla Francia, con l’aggregato a 57,6 (frutto del 58,5 dei servizi e del 53,4 del manifatturiero) e dalla Germania, con un totale a 57,0 (determinato dal 55,6 dei servizi e dal 58,3 del manifatturiero).
Sul fronte valutario l’euro aveva perso terreno nella notte, scendendo da 1,082 a 1,076. I dati macroeconomici del Vecchio Continente lo hanno trascinato nuovamente verso 1,08. Dal punto di vista tecnico la prima importante barriera appare collocata a 1,082: il superamento di questo valore aprirebbe spazio per ulteriori recuperi della moneta unica, con spazio per una veloce salita verso 1,095.Come accennato non sarebbero da escludere altri movimenti rialzisti, poiché le principali resistenze - cioè le aree che tendono a frenare la risalita dei prezzi, dove i venditori fanno sentire la loro forza - appaiono collocate più in alto, precisamente a 1,115, 1,135, 1,142 e, quella più significativa appena sopra 1,15. Sul fronte opposto sarebbe estremamente negativo un ritorno dei prezzi sotto l’area supporto posizionata a 1,0495-1,05
La sfida è a questo punto legata sulle previsioni di quelle che saranno le politiche monetarie delle due banche centrali: da un lato la Fed è attesa alzare tre volte il costo del denaro, dall’altra Draghi si trova a fronteggiare le pressioni tedesche e la crescente inflazione, che spingono verso una progressiva riduzione del QE. In tutto ciò Donald Trump, che ha gia’ mostrato di non gradire un dollaro troppo forte, ostacolo verso i suoi piani di protezionismo.