Ftse Mib vs Dax: quanta forza per il nostro indice!
L'indice azionario tedesco inizia a essere relativamente caro e gli investitori tornano a scommettere sul Ftse Mib. E' questo l'interessante scentario che si intravede sui mercati secondo il trader Tony Cioli Puviani, di cui pubblichiamo una brillante analisi sul tema. Puviani esamina l'andamento dell'indice azionario italiano FTSE Mib e del DAX tedesco che illustra la situazione attuale e spiega parte dei movimenti di borsa visti nelle ultime settimane.
FTSE MIB & DAX: il confronto fra gli indici
FTSE MIB: ultimo quadrimestre. L’Istat conferma una crescita del Prodotto interno lordo dello 0,4% nel secondo trimestre dell’anno, l’attività economica sale dell’1,5% rispetto ad un anno fa. L’analisi delle singole componenti della crescita ci dice che la domanda interna sta avendo un effetto decisivo a scapito di quella estera (0,3 sul totale di 0,4). Buoni anche i consumi delle famiglie. La domanda estera e la Pubblica amministrazione non hanno contribuito. La crescita dell’economia già acquisita nell’anno è pari all’1,2%, già superiore all’obiettivo del Governo indicato nel Def di primavera. Sarà rivisto anche l’obiettivo del 2018 che era dell’1%. Il PIL in aumento per il decimo trimestre consecutivo. Che il clima stesse migliorando era stato già rimarcato dalle rilevazioni di Fmi e Banca d'Italia e altri istituti che avevano già evidenziato un rafforzamento della ripresa italiana. La crescita tendenziale, quella cioè anno su anno, si conferma così la più forte dal 2011. Per chi prova a svolgere analisi previsionali su gli indici di borsa sulla base anche dei fondamentali economici è giusto fare riferimento a questi dati ed agire di conseguenza.
FTSE MIB vs DAX
Piazza
Affari che chiudeva il 2016 a 19235 punti oggi vale 21859 e quindi
guadagna il 13,6% da inizio anno, un bel bottino, inoltre ha
distribuito dividendi che hanno decurtato il listino di un 3% circa,
quindi l’attuale performance è di tutto rispetto anche nel
contesto relativo con le altre borse internazionali. In una
situazione come quella attuale, dove gioca il fattore di assenza di
alternative credibili di rendimento, dove i tassi bassi o inesistenti
delle obbligazioni rappresentative i debiti sovrani hanno di fatto
spinto la ricerca di rendimenti verso gli asset tradizionalmente
considerati di rischio, consentendo ai listini delle migliori piazze
internazionali di raggiungere livelli fino a qualche anno fa
impensabili, ove sussistono anche continui record storici, l’indice
rappresentativo dell’Italia è rimasto davvero indietro. Le
motivazioni di tale ritardo per me sono plausibili e quindi, benché
il 6 marzo 2000 l’indice azionario italiano fosse oltre i 50.100
punti (il DAX era solo a 8130), analizzando l’andamento del PIL e
dell’economia italiana in senso lato, ho sempre giustificato il
fatto che il valore dell’indice fosse negli ultimi anni
costantemente al di sotto della metà dei suoi massimi, benché in un
contesto di nuovi record storici generalizzato.
Gli ultimi
movimenti del nostro indice mi hanno indotto a pensare che tale
assenza di alternative per conseguire rendimenti certi abbia spinto
qualche operatore a rischiare sull’Italia. Se pensiamo che
solo il 20 giugno scorso, il “faro d’Europa”, l’indice XETRA
DAX, ha fatto i suoi massimi storici a 12951 punti quando noi
chiudevamo a 20810, appare oggi indubbio come le cose in questi
ultimi giorni stiano finalmente cambiando. In poco più di due
mesi noi siamo saliti di 1049 punti (+5%), mentre il DAX (ieri a
12142) è sceso di 809 (-6,2%). Tale fatto, davvero unico nella
storia recente della nostra borsa, deve indurre a delle
considerazioni importanti e ci deve far pensare in fretta che
“qualcosa” potrebbe cambiare. Mi riferisco ad una maggiore
riconsiderazione da parte degli investitori istituzionali esteri ai
prezzi delle nostre società quotate che presentano ancora margini di
upside decisamente confortanti. Se non ci sarà un calo
delle altre borse internazionali, credo sarà possibile vedere un
bell’ultimo quadrimestre con TARGET ambizioso per il FTSE Mib. E
perché no: 23500 punti!
Analisi su FTSE MIB & DAX a cura di Toni Cioli Puviani