Domenica 16 Aprile referendum costituzionale in Turchia: Erdogan spinge verso il presidenzialismo, la lira soffre
I turchi residenti all’estero hanno già votato, con un’affluenza di circa un milione e duecentomila persone. Domenica sarà l’intero paese ad essere chiamato alle urne per un referendum legato alla riforma costituzionale volta al passaggio da una democrazia parlamentare al presidenzialismo. I cambi, se approvati, permetterebbero al tanto discusso Erdogan di poter correre da Primo Ministro per altri due mandati, rimanendo in carica potenzialmente fino al 2029. E come capo dell’esecutivo potrebbe sciogliere il parlamento, ma anche invocare lo stato di emergenza, così come nominare i giudici. I partiti di opposizione a Recep Tayyip Erdogan vedono in queste proposte un chiaro rischio di deriva autoritaria, con una democrazia più di facciata che reale.
Anche se la data del referendum è stata fissata due mesi fa, la lira turca resta sotto pressione sui mercati valutari. Il cambio fra il dollaro e la valuta di Ankara nella scorsa settimana si è mosso di quasi tre punti percentuali, salendo da 3,627 a 3,71, con la lira che si ha ceduto ancora terreno anche in queste ultime ore, portandosi a 3,726 (servono dunque 3,726 lire per acquistare la banconota verde). Situazione simile sull’EUR/TRY che è arrivato la scorsa settimana a sfiorare quota 4 per poi assestarsi in area 3,95. I massimi su questo cambio sono stati raggiunti ad inizio 2017 a 4,17). La lira turca in questi ultimi mesi ha perso terreno anche contro la sterlina (nonostante il deprezzamento della valuta inglese per via delle vicende legate alla Brexit), con un cambio GBP/TRY A 4,62.
Dal grafico seguente emerge il progressivo deprezzamento della valuta turca in questi anni, con il rapporto EUR/TRY che si trovava in area 1,80 nella primavera 2008, a 2,30 ad inizio 2013 ed in area 3 a fine 2015.