Cambio euro dollaro: quali scenari?
Il cambio fra euro e dollaro scivola sotto quota 1,20. Dal punto di vista tecnico tiene il trend positivo di lungo termine ma forse qualcosa incomincia a scricchiolare nella corsa dell’euro. In altre parole la resistenza posizionata in area 1,20/1,21 si fa sentire. Questo non significa che la corsa dell’euro sia al capolinea, ma superare i recenti massimi a 1,21 non pare cosa da poco. I mercati sanno che la pressione tedesca sulla Bce è notevole, ma evidentemente confidano ancora in un tapering soft, dolce, che permetta all’economia di continuare il suo percorso di recupero. Le aspettative non sono quindi per un’interruzione brusca degli stimoli, quanto per una progressiva riduzione, forse vincolata al raggiungimento di determinati parametri macroeconomici, fra cui un’inflazione prossima al 2%.
Al tempo stesso restano alti i dubbi sulle future mosse della banca centrale statunitense e sulla lunga serie di rialzi ipotizzati (9 nel triennio 2017-2019, di cui anocra 7 da compiere). Questi dubbi non hanno certo contribuito alla performance del dollaro, che ha risollevato la testa soltanto questa settimana, dopo che l’uragano Irma è stato declassato. Il recupero della banconota verde non è stato gradito dal comparto delle materie prime, generalmente inversamente correlato con l’andamento del dollaro. In questo scenario l’oro, dopo essere arrivato a superare quota 1.350$ si è riportato verso i 1.320$.
Scenari per il cambio euro dollaro
La sfida sul cambio euro/dollaro resta aperta, con le due valute a ridosso dell’aurea 1,20. Quali scenari per l’euro/dollaro? Al momento il più probabile appare quello di una pausa di consolidamento, con le quotazioni che potrebbero muoversi fra 1,18 e 1,20, senza tornare ad attaccare i recenti massimi. In seconda posizione vediamo l’ipotesi di una correzione maggiore, con spazio verso 1,164 ed eventualmente 1,15. Uno scenario possibile soltanto con un Draghi versione colomba (o con una Yellen molto aggressiva). Le ultime sedute allontanano un nuovo rally del cambio euro/dollaro, ma questo tornerebbe in voga nel caso di un Draghi versione falco, con la BCE che dovesse decidere di chiudere i rubinetti a partire dal 2017. Risultato simile, con una nuova corsa del cambio euro/dollaro se Janet Yellen fosse invece colomba, posticipando al 2018 i prossimi rialzi dei tassi