"Buy British": Le idee del Governo per favorire le aziende UK post Brexit
Un marchio “Buy British” post Brexit, per certificare che il prodotto è stato prodotto nel Regno Unito, garantendo la sua origine britannica. Ecco una delle ultime idee dei parlamentari inglesi, per cercare di favorire i produttori locali, permettendo ai consumatori di “filtrare” le verdure prodotto nell’Isola di Albione, rispetto a quelle in arrivo dall’Europa, dal Nord Africa o dal Sudamerica. Dopo aver pensato qualche mese fa alle liste di proscrizione per i lavoratori europei (proposta poi scartata dopo molte critiche), il governo britannico prova ora a studiare come aiutare le aziende locali nel post-Brexit.
“Attualmente, soprattutto per chi fa la spesa online può essere difficile distinguere i prodotti alimentari in arrivo dagli altri paesi” spiega il Telegraph“mentre la cosa è decisamente più semplice per chi si reca fisicamente nei negozi, dove l’Union Jack logo appare già alcuni prodotti”. La proposta, che sta già scatenando discussioni, arriva dagli ambienti governativi. Il Ministro dell’Ambiente George Eustice ha riportato in parlamento di aver incontrato la National Farmer’s Union (NFU) per discutere la proposta, che gode del supporto del partito conservatore, di cui Eustice fa parte, ha spiegato retailgazette.co.uk. Al momento si tratta solo di una proposta, ma è chiaro che si tratterebbe di una mossa per frenare la caduta della bilancia commerciale, che negli ultimi mesi è rimasta su livelli preoccupanti nonostante il deprezzamento della sterlina. Insomma, una nuova idea per fronteggiare le difficoltà che potrebbero arrivare dopo l’usicta dall’UE e gli eventuali dazi per la merce in arrivo dall’Europa e non solo. Tutto ciò dopo che nel 2016 il deficit della bilancia commerciale UK si è infatti avvicinato ai 40 miliardi, in forte crescita dai 29,8 dell’anno precedente. La lunga sfida per la Brexit si arricchisce di questo nuovo tassello.