BREXIT: Lord 2 – Governo 0. Il Governo May ancora battuto alla Camera Alta
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Il Primo Ministro sapeva che le difficoltà sarebbero arrivate alla Camera Alta, ma non si attendeva un cammino così arduo. E' arrivata oggi una nuova pesante battuta d'arresto per Theresa May, con i Lord che rischiano di frenare i piani di Brexit del governo britannico. E' stata una votazione da record quella odierna, con la più alta affluenza dal 1831. Si sono dunque mobilitati i “saggi” del parlamento britannico, che non sono più di origine ereditaria, ma di nomina, ribaltando il verdetto della Camera dei Comuni con un netto 366 a 268. Il tema della votazione riguardava l'obbligo di un voto parlamentare “meaningful” al termine della negoziazione con l'UE fra due anni. In altre parole la possibilità per entrambe le camere di votare l'accordo con l'Europa non soltanto con un voto simbolico, ma con un vero e proprio diritto di veto.
La BBC ha così riassunto la nuova
sconfitta per la May (dopo quella di pochi giorni fa relativa ai diritti degli europei già residenti nel Regno Unito): The
government has suffered a second Brexit defeat in the House of Lords
as peers backed, by 366 votes to 268, calls for a "meaningful"
parliamentary vote on the final terms of withdrawal. (…) Ministers
said it was disappointing and they would seek to overturn the move
when the bill returns to the Commons.
Sostanzialmente le speranze della May sono a questo punte riposte nella Camera Bassa, dove gode di una maggioranza assoluta (quella ereditata da Cameron), che potrebbe consentirle di ribaltare questo verdetto. Decide infatti in ultima istanza la Camera dei Comuni. In alternativa potrebbe scattare la crisi governativa, con la May che potrebbe provare ad ottenere una maggioranza ancora più ampia con un nuovo voto. Anche se si sa, le sconfitte non fanno mai bene e non aumentano il sostegno popolare. Soprattutto se i dati macroeconomici delle prossime settimane non dovessero dare ragione al governo.
STERLINA AI MINIMI DA QUASI DUE MESI CONTRO EURO E DOLLARO
Nel
frattempo continua la
caduta della sterlina
sui mercati. La divisa di Sua Maestà è arrivata a valere meno di
1,22 dollari, quasi il 19% in meno rispetto al 23 giugno scorso,
mentre l'euro si è riavvicinato a quota 0,87, per poi scendere verso
0,865, sui minimi da metà gennaio. E con la sterlina sempre più debole crescono anche i timori
per un'inflazione ormai destinata a superare già nei prossimi mesi
il target della BoE del 2%. La
strada per la Brexit è sicuramente tortuosa. Da oggi anche un po' di
più in salita.