Brexit: l'Europa boccia la proposta britannica. Boris Johnson attacca
La
proposta britannica per la Brexit è stata seccamente rifiutata dal
Parlamento Europeo. La bocciatura era nell’aria, la conferma
ufficiale è arrivata. I presidenti dei maggiori gruppi del
parlamento (Guy
Verhofstadt per
l'Alde, Manfred
Weber per
il Ppe, Gianni
Pittella dell'S&D, Gabi
Zimmer del
Gue e Ska
Keller dei
Verdi) hanno sottoscritto un documento nel quale emerge, ancora una
volta, la distanza fra le parti. In risposta alla reciprocità di
trattamento proposta dall’Unione Europea da Londra è arrivata, a
detta dei gruppi parlamentari, “un’offerta ben lontana da quello
cui hanno diritto i cittadini europei nel Regno Unito”. Si pone
inoltre l’attenzione sulla confusione che sta arrivando da Londra,
dove manca una chiara linea politica (da tempo ormai) sul tema
Brexit. Tante sono infatti le domande senza una risposta
sulla questione
Brexit.
Si parte da quelle riguardanti i lavoratori, i transfrontalieri (si
pensi al caso Irlanda) ed anche sui diritti dei cittadini europei
residenti nell’Isola della perfida Albione. Non si sa quale sarà
la data entro cui cambierebbe il trattamento riservato ai cittadini
comunitari (quello che separerebbe gli europei fra cittadini di serie
A e serie B nel Regno Unito nella fase post Brexit).
Negoziati Brexit: nessuna proroga oltre il 31 Marzo 2019
Da Strasburgo arriva poi un monito, ricordando a Londra come gli accordi siano destinati a chiudersi il 31 Marzo 2019, due anni dopo la chiamata dell’articolo 50. Sostanzialmente l’Europa non pare disposta a tollerare alcun ulteriore ritardo britannico per la negoziazione della Brexit. Anche perché, in caso contrario, nel maggio del 2019, il Regno Unito potrebbe ancora votare per il rinnovo del parlamento europeo. Non esattamente l’intento della Brexit.