Il superdollaro spinge l'oro sotto quota 1.200$
Numerosi analisti avevano previsto l'oro oltre quota 1.400 con la vittoria di Trump, una banca d'affari lo ipotizzava addirittura a 1.500$. La realtà è invece stata differente, con le quotazioni del prezioso che nelle ultime settimane si sono inabissate, cancellando di fatto i profitti degli ultimi 10 mesi.
Dopo aver inizialmente festeggiato la vittoria di Trump, con un veloce rally fin verso l'area 1.337, le quotazioni del lingotto hanno presto intrapreso un percorso ribassista, sulla scia della forza del dollaro e delle crescenti aspettative per l'ormai quasi certo rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve nel meeting di dicembre.
Nelle ultime sedute l'oro è infatti precipitato sotto quota 1.200, arrivando venerdì scorso a toccare dei minimi in area 1.171 dollari l'oncia, salvo poi riprendersi leggermente ad inizio settimana, risalendo verso 1.185-1.190 $. Tecnicamente il trend appare ancora impostato al ribasso, anche perchè la violazione dell'area 1.200 è stata letta da molti esperti come un ulteriore segnale di debolezza. Va tuttavia sottolineato come il calo delle ultime settimane è decisamente minore se analizzato in euro (anzichè in dollari), per via dell'effetto cambio con la quotazione poco sopra i 36 euro al grammo e sui 1.120 euro all'oncia.