L'euro tocca i massimi da 8 settimane contro il dollaro, poi frena

Pubblicato in Analisi Forex, Oro e Indici


Nelle ultime sedute il cambio fra euro e dollaro è arrivato ai massimi da inizio dicembre, ad una ventina di pips da quota 1,08, prima di correggere sul finale di settimana, concludendo le negoziazioni venerdì sera poco sotto quota 1,07.

Di fatto, dopo i minimi di inizio gennaio, quando il cambio fra euro e dollaro raggiunse i valori più bassi da quasi 15 anni in area 1,0350, sui mercati si è registrato un calo dell'appetito verso la banconota verde (questo era stato un elemento caratterizzante dell'ultimo trimestre del 2016, in particolare della fase post elettorale americana). Tutto ciò è certificato anche dal dollaro Index, che dopo aver superato quota 103 ad inizio anno viaggia ora poco sopra quota 100.


Nel complesso la sensazione di fondo è quella di un dollaro che ha corso molto ed ora attenda nuovi segnali da Trump ed in particolare dalla Federal Reserve per ripartire nella sua salita. Non possiamo infatti dimenticare che la Banca Centrale Americana, dopo i due rialzi dei tassi attuati a fine 2015 e a fine 2016, ne ha previsti altri 3 per il 2017, per proseguire con una simile politica nel biennio successivo, fino a portare il valore di riferimento al 3,00%. Il tutto mentre, almeno per ora, Draghi mantiene aperte le porte ad una politica monetaria espansiva, con tassi bassi destinati a rimanere tali per un arco temporale relativamente ampio. I mercati attendono ora Donald Trump alla prova dei fatti, anche se finora hanno mostrato un certo gradimento per le politiche protezioniste del Tycoon.


Dal punto di vista operativo il primo supporto appare collocato in area 1,065, una quarantina di pips al di sotto dei valori della chiusura di venerdì sera. Finchè le quotazioni riusciranno a rimanere al di sopra di questa prima barriera resta possibile una continuazione del trend di recupero dell’euro, con una prima resistenza in area 1,08. La parola come sempre spetta ai mercati. In questo caso, però, anche alle due banche centrali e a Donald Trump.


euro dollaro