La sterlina prova a rialzare la testa contro il dollaro
Si è allentata in
queste ultime settimane la pressione ribassista nei confronti della sterlina
britannica. Certamente non perché tutte le incognite riguardanti la Brexit
siano state risolte, quanto piuttosto perché i mercati hanno prezzato un
rischio di una cosiddetta hard Brexit inferiore. Questo perché l’Alta Corte,
con una sentenza diramata ad inizio Novembre, ha imposto a Theresa May di
passare tramite parlamento per procedere con l’attuazione dei suoi piani (e la
chiamata dell’articolo 50). Secondo i bookmakers non sarà così facile per la
May ottenere un facile via libera nelle camere, soprattutto non lo sarà nelle
tempistiche che sperava lei.
In secondo luogo, poi, i primi mesi dopo il voto non sono andati così
male nel Regno Unito, con una serie di dati macroeconomici tutto sommato
incoraggianti. Ed ecco dunque che la sterlina ha preso fiato nei confronti del
dollaro, allontanandosi dai minimi toccati il mese scorso, dopo il “flash crash”
del 4 ottobre, che aveva spinto la divisa di sua Maestà ai minimi da 31 anni
sotto quota 1,20. Il rapporto fra le due valute è così risalito verso l’area 1,25. Di fatto la
sterlina sta cercando di trovare un equilibrio sui mercati valutari. Quello
attuale pare ancora debole, ma è pur sempre un primo equilibrio dopo una
discesa lunga 6 mesi che aveva portato il pound a perdere il 20% del suo valore
nei confronti della banconota verde.