Dopo un 2016 a "due facce", cosa attendersi per l'anno che verrà?
Un anno a due facce...
L’oro ha chiuso le contrattazioni venerdì 30 dicembre, nell’ultima seduta del 2016, poco sopra quota 1.150$, con un rialzo su base annuale vicino ai 90 dollari l’oncia. Dopo tre anni consecutivi di discesa le quotazioni del prezioso sono tornate a salire, anche se si è trattato di un’annata decisamente a due facce, con il metallo giallo che dall’area 1.060 di fine 2015 è arrivato nell'estate a dei massimi in oltre quota 1.370, lasciando presagire ulteriori rally, per poi stupire ancora una volta gli investitori e correggere al ribasso in maniera decisa nella parte finale dell’anno.
La fuga degli investitori dal metallo giallo, che ha eroso oltre i due terzi di quanto precedentemente guadagnato, ha preso avvio ad ottobre, trovando nuova forza da novembre in poi. In particolare l’elezione di Trump ha determinato uno scenario di dollaro forte ed aspettative per inflazione crescente (e quindi per maggiore urgenza di rialzo dei tassi di interesse della Fed nel 2017), penalizzando l’oro, che non dà dividendo o cedola e diventa quindi uno strumento relativamente più costoso da detenere in portafoglio.
Dal punto di vista tecnico nel breve periodo il lingotto pare aver trovato un primo importante supporto in area 1.120, rimbalzando dai minimi toccati a metà dicembre, anche sulla scia del rallentamento della corsa rialzista del dollaro negli ultimissimi giorni dell’anno. Tuttavia per avere un primo chiaro segnale di ritorno di forza occorrerà attende almeno un ritorno dei prezzi al di sopra dell'area 1.200$.
Quali i market driver da seguire per il 2017?
Probabilmente molti dei fattori che hanno influenzato gli ultimi mesi rimarranno al centro dell'attenzione anche nell'anno venturo. Da un lato avremo quindi la Banca Centrale Americana (ed il dollaro), con l'oro che potrebbe festeggiare eventuali rinvii nel rialzo dei tassi di interesse da parte degli Usa, soffrendo invece gli eventuali tre ritocchi previsti dalla Fed. Ma attenzione anche all'Europa, con un'importante serie di elezioni in calendario (l'Olanda, la Francia, la Germania e forse anche l'Italia).
Un occhio dovrà poi essere necessariamente puntato sull'Asia, motore della domanda in questi ultimi anni, dove i recenti esperimenti di demonetizzazione indiana che stanno frenando fortemente la domanda di oro in arrivo dal paese (si parla di un vero e proprio crollo della domanda di prezioso per il settore gioielleria Indiano nelle ultime sei settimane dell'anno e di un ipotetico -60/70%). Potrebbe invece avere un effetto positivo sulla domanda il lavoro portato avanti dal World Gold Council per la realizzazione di strumenti finanziari legati al metallo giallo e conformi alle regole imposte dallo Shari’ah, pertanto accessibili anche agli investitori islamici.
In estrema sintesi un occhio rimarrà puntato sulla Fed, l'altro sulla domanda di prezioso in arrivo da Medio Oriente ed Asia, senza perà dimenticare il contesto geopolitico e l'evolversi delle relazioni fra Cina, Usa e Russia.